Le indagini della Fidal, tra i nomi anche quello di Migidio Bourifa

Doping di Stato stile Russia o  pasticcio tutta all’italiana? Lo scandalo che ha travolto la Fidal con gli atleti che rischiano due anni di squalifica a due passi da Rio 2016 sembra essere molto più vicina alla seconda ipotesi. Fax mai partiti, compilati parzialmente, email non lette o non inviate, pacche sulle spalle e un ambiente che ha lasciato fare fin troppo senza mai prendere provvedimenti più leggeri, avvertimenti, ammonizioni, per poi passare tutto alla Procura antidoping, che invece ha usato subito il pugno duro deferendo tutti. Per ora si parla infatti di Omissioni di controllo, non di doping conclamato, di analisi effettuate. Leggerezze dal punto di vista burocratico, o veri tentativi di eludere i controlli? Vedremo, sicuramente dopo i ‘zero tituli’ di Pechino, questo è un altro colpo mortale alla nostra atletica che sta cercando di riemergere grazie ad un settore giovanile che sembra promettere bene. Tra questi nomi c’è anche quello di Migidio Bourifa, che da qualche anno ha lasciato le competizioni agonistiche dopo aver rappresentato per anni la nazionale azzurra nella maratona.

I nomi coinvolti: (da Corriere):

Chi sono gli atleti deferiti

Questi i 26 atleti deferiti dall’Ufficio di Procura antidoping perché avrebbero violato gli articoli 2.3 (elusione del controllo) ed art. 2.4 (mancata reperibilità) del Codice Sportivo Antidoping. Spicca il nome di Andrew Howe, atleta italiano di origine statunitense, specializzato nella velocità e nel salto in lungo. Volto noto dell’atletica detiene il record italiano del salto in lungo, specialità di cui può vantare un titolo di campione europeo, vinto a Göteborg 2006, un titolo europeo indoor, conquistato a Birmingham 2007, nonché una medaglia d’argento vinta ai Mondiali di Osaka 2007; fa parte del gruppo sportivo dell’Aeronautica militare italiana. Giuseppe Gibilisco, specializzato nel salto con l’asta (oggi non gareggia più), disciplina nella quale si è laureato campione del mondo a Parigi 2003 e bronzo olimpico ad Atene 2004; dodici volte finalista in manifestazioni internazionali di atletica leggera (tre Olimpiadi, sei Mondiali e tre Europei). Daniele Meucci nel 2014 ai Campionati europei di Zurigo si è laureato campione europeo di maratona. Simone Collio, specializzato nella velocità, ai Campionati europei del 2010 a Barcellona ha conquistato la medaglia d’argento nella staffetta 4×100 metri che ha battuto il record italiano di specialità dopo 27 anni (38”17). A Barcellona con Collio c’era Roberto Donati, fratello minore del velocista azzurro Massimiliano Donati, è stato due volte campione nazionale nei 200 piani. Carriera di tutto rispetto anche per Fabrizio Donato: bronzo olimpico a Londra 2012, oro europeo outdoor a Helsinki 2012 e indoor a Torino 2009; vanta inoltre 22 titoli di campione italiano (7 outdoor e 15 indoor).

Nomi noti dell’atletica italiana

Eppoi i nomi di Roberto Bertolini, giavellotto, del gruppo sportivo Fiamme Oro; Ruggero Pertile che ai campionati del mondo di atletica leggera 2015 di Pechino conquista il miglior risultato in carriera, (classificandosi al quarto posto); Migidio Bourifa, atleta italiano, di origine marocchina, è specialista della maratona, quattro volte campione nazionale in questa gara. Filippo Campioli è specializzato nel salto in alto; quattro volte campione italiano, è uno dei pochi atleti in Italia che siano riusciti a saltare 2,30 metri. Il miglior risultato di Campioli a livello internazionale è stato il quarto posto ai Campionati europei di atletica leggera indoor 2009 di Torino. Silvia Weissteiner, specialista del mezzofondo prolungato, medaglia di bronzo europea indoor a Birmingham 2007. Ancora (in ordine alfabetico): Fabrizio Donato che ha fatto sapere di essere «sconvolto, triste, basito. Tutto nella vita avevo pensato, anche a cose gravi, ma mai che mi sarei trovato in una situazione del genere», Giovanni Faloci, lancio del disco, Matteo Galvan, velocista (medaglia di bronzo ai Mondiali allievi 2005 a Marrakeck e di una medaglia d’oro agli Europei Indoor 2009 di Torino, Daniele Greco, salto triplo (è campione europeo in carica della sua specialità), Anna Incerti, maratoneta (è stata campionessa europea a a Barcellona 2010), Andrea Lalli, fondista e mezzofondista (campione europeo di corsa campestre nel 2012), Stefano La Rosa, mezzofondista (otto volte campione italiano), Claudio Licciardello, specializzato nei 400, Christian Obrist, mezzofondista, Jacques Riparelli, atleta italiano di origine camerunese, specializzato nella velocità, Silvia Salis, specialista nel lancio del martello, attualmente in forza alle Fiamme Azzurre, ha vinto dieci titoli italiani tra invernali ed assoluti: «Quella di cui vengo accusata – ha commentato Salis – non è una vicenda di doping, ma di problemi di ricezione della reperibilità da parte del sistema Wherabout, con il quale il Coni monitora lo spostamento di ogni atleta». Infine: Fabrizio Schembri, salto triplo (spicca la vittoria ai campionati europei del 2011 a Stoccolma), Daniele Secci, Kaddour Slimani, Gianluca Tamberi, Marco Francesco Vistalli.

L’elenco completo delle richieste di archiviazione

Ed è stato reso noto anche l’elenco completo dei 39 atleti di cui è stata chiesta archiviazione: Zhara Bani, Giordano Benedetti, Laura Bordignon, Daniele Caimmi, Fabio Cerutti, Rosaria Console, Merihun Crespi, Elisa Cusma, Marco De Gasperi, Marco De Luca, Elisa Desco, Alberico Di Cecco, Emanuele Di Gregorio, Antonietta Di Martino, Francesca Doveri, Yuri Floriani, Ludovica Fogliani, William Frullani, Anna Giordano Bruno, Leonardo Gottardo, Libania Grenot, Raffaella Lamera, Simona La Mantia, Marco Lorenzi, Patrick Nasti, J.Jacques Nkouloukidi, Lorenzo Povegliano, Daniela Reina, Lukas Rifesser, Elena Romagnolo, Chiara Rosa, Giorgio Rubino, Elena Scarpellini, Alex Schwazer, Claudio Michel Stecchi, Valeria Straneo, Michele Tricca, Michael Tumi, Matteo Villan.

 

 

 

La posizione della Fidal:

”Fiducia nell’operato della Procura. Sulla questione, dal mio punto di vista, vale quanto già detto oltre un anno fa, il 18 settembre del 2014”

 

Il presidente federale Alfio Giomi commenta così le risultanze del lavoro della Procura Antidoping NADO Italia sul caso dei 65 atleti coinvolti nell’inchiesta “Olimpia”: “Nel ribadire la totale fiducia nell’operato della Procura Antidoping del CONI, ed auspicando una rapida conclusione dell’iter giudiziario, ritengo opportuno sottolineare quanto già espresso a suo tempo (VEDI IN BASSO). Rispetto a quelle parole, vorrei solo ricordare che il Consiglio federale attualmente in carica ha stabilito il 28 febbraio dello scorso anno che gli atleti, al secondo mancato controllo e/o mancata comunicazione, perdano ogni forma di assistenza da parte della Federazione; ed inoltre, che lo stesso Consiglio ha varato il 20 dicembre 2013 il “Codice etico dell’atletica italiana”, che prevede, tra le altre cose, l’automatica esclusione dalle squadre nazionali per gli atleti condannati a pene superiori ai due anni di squalifica per fatti di doping”.

Dichiarazione del Presidente Alfio Giomi del 18 settembre 2014

Avevo dichiarato che una volta approfondito l’argomento sarei ritornato ad esprimere una valutazione sul famoso elenco dei 38 atleti colpevoli, sia pure in misura molto diversa (per alcuni è evidente come non ci siano responsabilità o che siano solo marginali) di decine e decine di filling failure (non di missed test).

Credo che sia già possibile fare alcune considerazioni:

1) Appare sempre più incredibile dare una risposta a tutto quello che è successo. La somma di negligenze, superficialità, incompetenza, inadeguatezza, e chi più ne ha più ne metta, è senza fine. Proprio però per fare chiarezza va sottolineato che non si tratta di missed test (mancato controllo) ma di filling failure (mancata comunicazione). Ai fini delle Norme Sportive Antidoping approvate dal CONI hanno lo stesso peso ma sono infrazioni diverse. È comunque incredibile come non sia stata comminata alcuna sanzione in occasione delle prime infrazioni, cosa che, probabilmente, avrebbe fatto capire a tutti quanto grave fosse l’inadempienza. Ad ulteriore chiarimento il potere sanzionatorio è, a livello nazionale, competenza esclusiva della Procura Antidoping del CONI.

2) La vicenda riguarda tutto (o quasi) lo Sport Italiano e non solo l’Atletica. (Il numero degli atleti che erano inadempienti è di ben oltre i 100) Questo non sposta di una virgola la nostra responsabilità, ma serve ad inquadrare il problema nella giusta dimensione.

3) Scaricare solo sugli atleti la responsabilità di quanto è accaduto è troppo semplice. L’atleta è il punto di partenza e di arrivo di tutto il movimento  sportivo, ma in mezzo ci sono Tecnici, Società, Federazione, CONI. Assumiamoci tutti la nostra responsabilità.

4) Nel caso di filling failure non si parla di atleti dopati nè possiamo accostare automaticamente a tale problema l’idea di atleti che in odore di doping si siano sottratti ai controlli. Superficialità e negligenza sono pessimi compagni di strada, ma il doping è un’altra cosa.