Yassine Rachik, giovane promessa dell’Atletica Italiana, 24 titoli tricolore ma… non è italiano

Da dieci anni vive in Italia, è cresciuto a Cividino di Castelli Calepio, ha frequentato le scuole in bergamasca ma per ora rimane un extracomunitario e non è bastato neppure vincere ben 24 titoli italiani per essere un vero italiano. Yassne Rachik, una delle promesse dell’atletica italiana, per essere italiano sta correndo una gara più dura dei chilometri che ogni giorno macina per migliorarsi e per arrivare a quei titoli italiani che ancora non lo rendono italiano. Se a qualcuno basta tirare qualche calcio ad un pallone ed avere un trisavolo italiano, a Yassine non basta essere cresciuto in Italia, avere ormai tutta la famiglia italiana, (il papà e due fratelli hanno già ottenuto la cittadinanza) ed essere pienamente integrato nel nostro paese. “E’ un vero casino – spiega Yassine – proprio in questi giorni sto facendo la spola tra Bergamo e Cividino, avrò fatto almeno 60 fotocopie e me ne mancano ancora una ottantina. La strada per ottenere la cittadinanza italiana è lunga e faticosa e ti mettono a dura prova. Ti chiedono tutto, passaporto, cud, certificati a non finire, ti fissano appuntamenti che si rimandano anche di diversi mesi, insomma è una faticaccia”. E se lo dice uno abituato a fare fatica, deve essere veramente così, con Yassine, Italiano nei titoli ma straniero nel passaporto che vuole a tutti i costi diventare italiano. “Sono nato a Casablanca, Marocco, nel 1993 – racconta Yassine – mio papà è arrivato in Italia nel 1989 lasciando la famiglia in un primo tempo in Marocco. Ha iniziato a lavorare in una ditta di Credaro come operaio, ditta nella quale lavora ancora ed è diventato ormai uno di famiglia. Nel 2004 ha fatto i documenti per il ricongiungimento familiare, così all’età di 11 anni sono arrivato qui in Italia dove ho frequentato le scuole. Ora sono elettricista con tanto di attestato e proprio qui ho conosciuto l’atletica. Ho iniziato a correre nelle scuole medie, alle campestri ed ho visto subito che riuscivo a piazzarmi tra i primi, poi Arrigo Fratus, una persona che devo ringraziare, mi ha invogliato a proseguire con l’atletica leggera. Così mi sono tesserato nell’Atletica Capriolese ed ho iniziato a fare le prime gare con la Fidal (federazione di Atletica Leggera). Da lì sono poi passato all’Atletica Bergamo 1959, la squadra bergamasca più titolata, poi all’Hyppodrom ’99 e infine all’Atletica 100 Torri Pavia. Ho iniziato subito ad ottenere i primi risultati positivi, con le campestri il primo anno sono arrivato terzo, poi sono cresciuto e ho ottenuto i primi titoli regionali e successivamente il titolo nazionale”. Ed oggi Yassine Rachik, in pochi anni di atletica leggera, di titoli nel ha collezionati ben 24, gli ultimi nei campionati indoor di Ancona. Ma l’aspetto che maggiormente sorprende è che Yassine, a livello giovanile, è ormai padrone assoluto con il tricolore conquistato nelle gare che vanno dai 1500 fino alla mezza maratona, dalla pista alle campestri fino alla strada. “Voglio spaziare ovunque ed impegnarmi al massimo in tutte le discipline, ho conquistato il titolo italiano nei1500 metri, nei 3000, nei 500, nei 10.000 su pista e su strada, ho titoli nei cross, nella pista e su strada ed anche nella mezza maratona. La scorsa stagione come Promessa ho visto il titolo italiano nei 5000, 10.000, 3000 indoor, 10 km strada, mezza maratona e cross. Quest’anno ho conquistato il titolo italiano promesse nei 1500 e nei 3000 metri indoor”. Rachik ci mette impegno e passione diventando uno stakanovista della corsa arrivando a fare una gara dietro l’altra e ottenendo sempre e comunque grandi risultati. “ Mi impegno in ogni disciplina e ad Ancona negli assoluti, nei 1500 metri ho ceduto nel finale perchè ero stanco, pochi giorni prima avevo fatto la 5 Mulini dove mi sono piazzato al quinto posto assoluto”. Ed anche questo della 5 Mulini è un risultato di sicuro prestigio, ottenuto tra gli assoluti, vale a dire i grandi, nella corsa campestre più rinomata che ci sia oggi in Italia nella quale arrivano molti atleti forti per correrla. Una vita fatta di sacrifici e tanta passione per la corsa. “Ogni settimana arrivo a fare 9, 10 allenamenti, spesso dunque in una giornata gli allenamenti sono due. E’ dura ma la fatica non mi ha mai spaventato e l’impegno c’è sempre. Il mio obiettivo è quello di continuare a provare tutte le discipline, fino alla mezza maratona e poi si vedrà. Quest’anno punterò di più sui 5000 e 10000 metri, dove voglio crescere e dove credo di avere le maggiori potenzialità”. Ma il sogno rimane uno solo, la maglia azzurra da portare in giro per il mondo, anche alle olimpiadi. “Beh, quello è il sogno di tutti gli atleti, ovviamente anche il mio. Io sono praticamente cresciuto qui in Italia e mi sento italiano. Qui ho gli amici, la famiglia, mio padre e i miei fratelli sono italiani mentre io e mia madre lo diventeremo, spero, a breve. I miei fratelli, essendo minorenni hanno avuto la cittadinanza subito perchè l’aveva mio padre. Io e mia madre, essendo maggiorenni, abbiamo dovuto seguire un’altra trafila più lunga. Ora che sono dieci anni che siamo in Italia, il tempo minimo entro il quale chiedere la cittadinanza italiana, abbiamo avviato le pratiche. Una volta ottenuta spero poi che la convocazione in nazionale arrivi presto, con 24 titoli italiani credo di meritarmela. E per me sarà un onore correre per la nazione che mi ha ospitato e cresciuto e spero di fare molto bene. Tutto ovviamente dipende dalle lungaggini burocratiche, la cittadinanza dovrebbe arrivare tra qualche mese, spero di poter essere in nazionale a fine anno per gli europei di Cross. Purtroppo i 24 titoli vinti non sono serviti per accorciare questa corsa alla cittadinanza, non fanno sconti a nessuno ed io ho fatto la mia trafila come tutti quanti”. Intanto la corsa di Yassine, quella vera e non quella delle carte e dei timbri, prosegue con due obiettivi precisi nei prossimi giorni. “A breve ci sono due appuntamenti importanti, i campionati italiani di cross a Fiuggi e la Stramilano dove spero di fare bene”.