Super Giupponi strappa il pass per Tokio, bene le altre marciatrici orobiche

Missione compiuta. Antonella Palmisano trionfa con la maglia azzurra al match internazionale di Podebrady, in Repubblica Ceca, e firma lo standard d’iscrizione per i Giochi olimpici di Tokyo nella 20 km di marcia, con il tempo di 1h28:40. La pugliese torna a festeggiare sulle strade boeme a distanza di tre anni dal successo in Coppa Europa e completa una prova di estrema autorità e rinnovata consapevolezza, staccando al diciassettesimo chilometro le compagne d’avventura, la brasiliana Erica De Sena (1h29:14) e l’ecuadoriana Glenda Morejon (1h29:32), grazie a un ottimo finale in progressione (ultimi 5 km in 21:21) e un’intera gara in pieno controllo, sempre al comando. Per la 29enne delle Fiamme Gialle era la prima “venti” dell’anno, a dodici mesi dai Mondiali di Doha, dai quali voleva riscattarsi il prima possibile. Ed è il risultato che serviva per programmare serenamente l’appuntamento a cinque cerchi che si disputerà sulle strade di Sapporo (era richiesto 1h31:00). Nella top ten della “classica” di Podebrady anche l’altra azzurra Lidia Barcella (Bracco Atletica): decima e con un miglioramento di quasi tre minuti in 1h35:05 (aveva 1h37:43). Per oltre metà gara la debuttante in Nazionale assoluta viaggia insieme a Federica Curiazzi (Atl. Bergamo 1959 Oriocenter), poi tredicesima con 1h38:10, suo miglior tempo dal 2015. Grazie al loro contributo l’Italia femminile si aggiudica anche il match a squadre contro la Repubblica Ceca. A titolo individuale è invece la terza vittoria azzurra consecutiva nella manifestazione dopo i successi di Eleonora Giorgi del 2018 e 2019 e l’Italia va a segno da quattro stagioni consecutive nella città di Podebrady considerando anche la già citata vittoria della Palmisano nella Coppa Europa 2017.

SUPER GIUPPONI – Anche al maschile l’Italia può brindare. E può farlo soprattutto Matteo Giupponi (Carabinieri) che si prende lo standard olimpico e sbarca nell’élite dei ventisti azzurri sub 1h20: sotto la pioggia, più intensa che nella prova femminile, il bergamasco è secondo al traguardo con 1h19:58 (per Tokyo era richiesto 1h21:00), migliora il primato personale che aveva stabilito ai Giochi di Rio con l’ottavo posto in 1h20:27 e diventa il settimo italiano di ogni epoca, un secondo meglio del tempo con cui Michele Didoni conquistò l’oro mondiale di Goteborg 1995. La vittoria a Podebrady è per il favoritissimo, lo svedese bronzo mondiale Perseus Karlstrom, che comunque si libera di Giupponi soltanto negli ultimi tre-quattro chilometri. Terza piazza per il francese Gabriel Bordier (1h20:19), quarto il connazionale Kevin Campion (1h21:35) e per il secondo anno consecutivo la quinta piazza è dell’azzurro Federico Tontodonati (Aeronautica) che chiude in 1h22:11. Nei primi dieci anche il cinquantista Stefano Chiesa (Carabinieri) che gareggiava al di fuori della rappresentativa azzurra, settimo con 1h22:31, Francesco Fortunato (Fiamme Gialle) nono con la maglia della Nazionale in 1h22:42, Teodorico Caporaso (Aeronautica) a titolo individuale decimo in 1h23:16, primato personale migliorato dopo quattro anni, sempre a Podebrady. Ed è quindicesimo Ettore Grillo (Atl. Firenze Marathon) che a sua volta trova un progresso fino a 1h26:15. Sono Giupponi e Tontodonati a cominciare la gara con decisione ed entrare nel “salotto buono”, ristretto a sei marciatori nel primo tratto: lo svedese Karlstrom, i francesi Campion e Bordier, il tedesco Carl Dohmann e appunto i due azzurri. Intorno a metà gara restano in quattro al comando: Giupponi (40:02 al km 10) va via con i francesi e con Karlstrom, mentre Tontodonati perde qualche metro. Passaggio di poco sotto l’ora ai 15km per il quartetto, quindi nei cinque chilometri finali prevale la freschezza del bronzo mondiale ma Giupponi è lucido, mantiene una marcia composta e si regala la seconda piazza. A squadre, come al femminile, è il team azzurro a salire sul gradino più alto del podio, con la Repubblica Ceca al secondo posto.

GIUPPONI: “CI VOLEVA DOPO ANNI DIFFICILI” – “Ci voleva, ho passato anni difficili dopo il 2016, tra infortuni che si accavallavano e dai quali non riuscivo a uscire – le parole di Matteo Giupponi, 32 anni compiuti da due giorni – Dopo il lockdown ho lavorato bene, sia a Milano sia poi a Vipiteno. Ho fatto dei lavori importanti e sapevo di essere in buona condizione, nonostante un lieve fastidio sotto il piede destro. Quello che era più difficile era ritrovare le sensazioni di gara. Oggi mi sono divertito, è stata bellissima, pioggia e fresco hanno aiutato. Questo risultato è anche merito di Gianni Perricelli: da qualche settimana abbiamo ritenuto, in maniera condivisa, di aprire un nuovo percorso. Sarà Michele Didoni a seguirmi come allenatore”.

da fidal.it