Ecco qui un bell’articolo che il sito delle Fiamme Oro, fiammeoroatletica.it, dedica ai due gioiellini orobici Yassine Rachik e Marta Zenoni, da poco arruolati nella squadra della Polizia di Stato. Un’intervista che va oltre lo sport toccando anche gli aspetti legati ai mesi del lockdown dovuti al Coronavirus
Dopo tanta attesa, è arrivato il grande momento. Marta Zenoni e Yassine Rachik, tra i vincitori dell’ultimo concorso della Polizia di Stato riservato ad atleti, si sono ufficialmente arruolati. L’una specialista di 800-1500 metri e l’altro proveniente dal mezzofondo veloce ma passato stabilmente alla maratona, entrambi sono della provincia di Bergamo, una delle zone dove il coronavirus ha colpito più duramente. In attesa di vederli scendere in pista con la maglia cremisi, conosciamoli meglio, partendo proprio da questo nemico oscuro.
Come avete vissuto il periodo più drammatico del contagio?
Marta Zenoni: «Se uno non vive da queste parti non riesce neanche a immaginare quanto è stato devastante il virus nella nostra zona. Mio padre lavora nella Direzione dell’Ospedale di Bergamo…ho vissuto ancora più da vicino questa emergenza. La cosa drammatica da accettare è che sono morte moltissime persone anche giovani e alcune di loro lavoravano in Ospedale. Vi racconto questo: noi abbiamo le galline e fino a febbraio alcuni vicini passavano a chiederci se avevamo delle uova. Da quando hanno riaperto tutto non è venuto più nessuno…li vedevamo regolarmente, ora non li vediamo più. Pensare di aver perso tanti vicini mi sconvolge. Da questi mesi terribili ho imparato a guardare negli occhi la sofferenza degli altri».
Yassine Rachik: «Sono stati mesi difficili, ho molti amici che hanno perso i loro familiari: papà, mamma, zii, nonni. Noi siamo stati graziati ma abbiamo avuto paura per mio padre che, avendo sofferto anni fa di una patologia cardiaca, rischiava grosso. Per fortuna è stato precauzionalmente lasciato a casa dal lavoro ed è rimasto con noi. Stare tanto a casa è stata una novità per me: da tantissimi anni sono spesso in giro per lunghi periodo causa raduni. L’unico aspetto positivo in questa tragedia è che le famiglie si sono unite ancora di più, aiutando i concittadini quando avevano necessità. Noi, ad esempio, pur essendo una famiglia abbastanza numerosa (Yassin è il più grande di quattro fratelli, n.d.r.), abbiamo fatto il nostro. Un ragazzo che conosco aveva dato disdetta del vecchio contratto di affitto ma, a causa del lockdown, non ha potuto più firmarne uno nuovo e non aveva un posto dove dormire. Avrebbe potuto fare rientro nella sua residenza in Sicilia, ma avrebbe perso il lavoro. Lo abbiamo accolto in famiglia come un fratello ed è rimasto con noi due mesi».
Con gli allenamenti come avete fatto?
Marta Zenoni: «Nella prima fase in cui gli atleti di interesse nazionale potevano allenarsi, per scrupolo uscivo a correre la mattina presto o la sera per evitare contatti ma più di una volta mi è successo che qualcuno mi urlasse dalle finestre, inconsapevole che io potessi allenarmi. Quando è stato praticamente vietato correre all’aperto, da un certo punto di vista mi sono sentita sollevata e mi sono allenata esclusivamente a casa sul mio tapis roulant. Ora va decisamente meglio. Non è stato semplice lavorare senza obiettivi a breve termine. Ben vengano ora i TAC e le prime gare vere!».
Yassine Rachik: «Anche volendo, non avrei potuto correre, purtroppo. Ho cercato di dedicarmi alla risoluzione dei acciacchi fisici che avevo e a migliorare le carenze. Per quanto riguarda le terapie devo ringraziare il Dr. Rodolfo Malberti di “Brianza Sport&Salute” che mi sta aiutando tantissimo per superare i problemi della pregressa lesione al polpaccio sinistro e quelli attuali al tendine d’Achille destro, oltre che una dolorosa fascite plantare. Per fortuna a 150 metri da casa mia c’è Michele Caldara, il massofisioterapista che mi segue fin da quando ero piccolo. Con Antonio Serratore invece mi sto dedicando ad esercizi che aiutino a migliorare la tecnica di corsa. Ho tanto da migliorare. Tutto avviene sotto la supervisione del mio coach Alberto Colli. Ora sto decisamente meglio: stiamo andando nella giusta direzione per risolvere».
L’ingresso nelle Fiamme Oro: come cambierà la vostra vita da professionista? Obiettivi?
Marta Zenoni: «E’ bello entrare a far parte della Polizia, un corpo dello Stato che con il suo motto “Esserci sempre” esprime valori che ho sentito miei ancora di più in questo periodo. Da professionista voglio investire di più su me stessa, curando aspetti che non sono riuscita sempre a coltivare come la parte di “prevenzione”, con più massaggi e trattamenti osteopatici. L’obiettivo è migliorare intanto sugli 800 metri…il mio 2’09” può andare bene a livello giovanile ma a livello assoluto non è all’altezza».
Yassine Rachik: «Sono onorato di aver guadagnato la fiducia delle Fiamme Oro, un gruppo straordinario in cui si percepisce chiaramente l’organizzazione e l’attenzione agli atleti. Nella maratona maschile grazie a Eyob Faniel e ora anche a me diventeremo la squadra più forte e la cosa mi rende orgoglioso. Ho due grandi obiettivi che spero di poter realizzare da Fiamme Oro: le Olimpiadi di Tokyo intanto e… il record italiano. Non sarà semplice ma ce la metterò tutta».
A Marta e Yassin va l’«in bocca al lupo» di tutto lo staff delle Fiamme Oro!