Intervista a Michele Palamini, principino della maratona

Trentaduesimo posto nella maratona europea di Zurigo, terzo italiano al traguardo, vale a dire l’ultimo atleta che portava punti alla squadra ma soprattutto il più giovane maratoneta a prendere parte alla gara. Questo il bilancio di Michele Palamini, astro nascente dell’atletica italiana che è stato accolto dai propri concittadini di Parre in modo trionfale. «Ero emozionato – spiega Michele – io sono un tipo che non parla molto e i miei amici e tutta la popolazione mi hanno riservato un’accoglienza che si dà solo a chi vince un’olimpiade e per questo li ringrazio».

Michele PalaminiMa quell’accoglienza Michele Palamini, ragazzo schivo cresciuto atleticamente sotto l’ala di Silvio Bosio del Gav Vertova, se la merita tutta. Il suo esordio in una maratona dei campionati europei a soli 23 anni rimarrà comunque negli annali. «Ero il più giovane e per questa prima esperienza con la nazionale ho puntato tutto ad amministrarmi durante la gara. Sono partito tranquillo e nel corso dei chilometri ho recuperato finendo in 32ª posizione. Il tempo non era importante anche perché era un percorso abbastanza impegnativo, un circuito con tratti in salita da ripetere 4 volte. Alla fine sono soddisfatto, peccato solo per quei dieci secondi che hanno tenuto l’Italia fuori dal podio. Alla fine della gara ho avuto i crampi ed ho stretto i denti per arrivare al traguardo e in quelle condizioni si fa alla svelta a perdere secondi. Dopo un buon inizio infatti alla fine ho pagato pegno, anche perché ho preparato questo appuntamento in un mese e mezzo. Ringrazio comunque la Federazione che mi ha voluto dare tutta la sua fiducia».

Una maratona corsa metro dopo metro, cercando di non pensare a niente. «Per correre bene una maratona bisogna cercare prima di tutto di svuotare la mente – spiega Michele Palamini – devi rimanere concentrato sulla gara, su quello che devi fare, quanti chilometri stai facendo, a quanto stai andando, devi capire dentro di te quanta benzina hai e come devi amministrarla, infine devi capire quando bere e cercare di farlo con frequenza». Ma ad appoggiare Michele Palamini nella sua prima avventura europea c’era anche una compagine della valle Seriana. «E’ stata una maratona fantastica dal punto di vista del tifo, non lo scorderò mai, in quaranta sono arrivati da Parre e Vertova per farmi il tifo ma comunque a Zurigo c’erano tantissimi italiani a sostenermi, un’emozione unica per una manifestazione di atletica veramente vissuta con entusiasmo da tutti».

palamini michele rientroE l’avventura di Michele è partita in seconda media quando decise di aggregarsi ad alcuni ragazzi di Parre che già praticavano atletica con il Gav Vertova. «Mi piaceva correre e decisi di provare a tesserarmi – spiega Michele Palamini – ho iniziato a correre nella categoria Cadetti e i primi successi sono arrivati nella categoria Allievi. Poi ho continuato a crescere sotto la guida del mio allenatore Silvio Bosio. Ora ovviamente spero di continuare a fare bene, alcuni dicono che non bisogna fare la maratona così giovane, io invece me la sentivo, capivo che le distanze lunghe erano fatte per me. Partire prima inoltre mi permetterà di fare esperienza e maturare. L’obiettivo principale è quello, crescere ed arrivare a puntare sempre più in alto, il sogno di tutti i maratoneti sono le olimpiadi, vedremo». E intanto Michele Palamini prosegue con la sua preparazione. «Ora vedo come sarà il mio rientro dopo la maratona di Zurigo, se riuscirò a recuperare subito quella fatica punto a fare una maratona a dicembre, Reggio Emilia, Firenze o rimanderò tutto alla prossima primavera».