Il nuovo talento, Beatrice Bianchi da Solto Collina

Frequenta il liceo scientifico a Trescore anche se non sa ancora che strada sceglierà una volta finita la scuola, suona il clarinetto nella banda di Solto Collina e corre, così forte e così tenacemente da arrivare ad ottenere, a soli 17 anni, il suo secondo titolo italiano. Beatrice Bianchi domenica 10 maggio ha portato a Solto Collina il suo secondo tricolore nella corsa in montagna, disciplina che da decenni regala grandi soddisfazioni ai colori orobici, disciplina nella quale lei si trova a suo agio. “Mi piace correre in montagna perchè qui credo di potermi esprimere al meglio, in pista non vado così bene, invece tra sentieri e mulattiere so di dare il meglio – spiega Beatrice Bianchi – e così domenica sono riuscita a vincere a Sondalo, ai campionati italiani Allievi. Ovviamente ero contenta per questo nuovo titolo, devo solo ringraziare la mia società, l’Atletica Casazza e il mio allenatore”.

Una carriera iniziata abbandonando la ginnastica artistica, con il papà Isidoro che ha dirottato la figlia verso la sua passione, l’atletica, così come ha già fatto anche per gli altri tre fratelli, Alessandro, Ester e Francesca. Per Pietro, 5 anni invece c’è tempo. “La ginnastica non mi piaceva, così mio papà ha provato a farmi fare atletica iscrivendomi nella squadra di Casazza e devo dire che mi è subito piaciuta. Qui ho iniziato a fare le campestri e i risultati sono subito arrivati, poi ho provato anche la montagna ed anche qui mi sono trovata subito bene arrivando a conquistare il primo titolo italiano nel secondo anno cadette. L’atletica mi piace perchè quando corro ci si sente liberi”.

Una vittoria quella di Sondalo arrivata in modo schiacciante, sui 3 chilometri di percorso, Beatrice ha avuto la forza di lasciare la seconda classificata a 50 secondi di distanza. “Diciamo che è andata bene e sono riuscita ad amministrare la gara, ora spero di continuare solo a correre, magari provando ai prossimi campionati italiani su pista i 3000 metri”. E il futuro per Beatrice rimane l’atletica. “Da grande non so ancora quello che voglio fare, deciderò poi, sicuramente spero di poter continuare a correre”, una passione che comporta ovviamente sacrifici, tra scuola e altre passioni. “Di giorno frequento il liceo, poi due volte la settimana vado a Casazza in pista per gli allenamenti con la squadra, con il mio allenatore Davide Savoldi, gli altri giorni resto a Solto dove faccio allenamenti da sola, mediamente 40 minuti al giorno. Suono anche nella banda il clarinetto impegni che riesco a gestire con un po’ di fatica”.

A festeggiare più di tutti è stato il papà Isidoro, atleta per passione che ora si ritrova in casa una campionessa in erba. “Ho fatto provare a Beatrice l’atletica – spiega Isidoro Bianchiperché quando era piccola si capiva che era predisposta allo sport, ma non pareva soddisfatta con i classici sport da ragazzine. La portavo spesso in montagna con me e temevo di stancarla troppo perché aveva solo 9 anni. Un giorno salendo alla bocchetta dei camosci, sotto il pizzo Coca io non ce la facevo più e lei girandosi mi chiese ‘tutto bene papà? Ce la fai?’. Li mi sono detto che probabilmente il suo sport era la corsa e tornato a casa ho cercato una società di atletica vicina a noi. Direi che è tutta colpa di Bea, perché se non avesse iniziato lei, io non avrei probabilmente ripreso a fare sport e nemmeno gli altri fratelli si sarebbero avvicinati all’atletica”. Una campionessa modesta visto che il giorno della vittoria, invece di festeggiare, Beatrice ha subito pensato alla scuola. “Il giorno della vittoria non abbiamo fatto nulla di rilevante, anzi. Appena tornata a casa Bea ha pensato alle materie del Liceo che non aveva studiato per il giorno dopo. Io non ho mai avuto l’esperienza di vincere, ma vedere vincere un figlio e’ di sicuro un’enorme soddisfazione. Domenica era sicuramente più agitato io di quanto non lo fosse lei”.