Paolo Grossi racconta il suo circuito Mountain Running Cup 2013

“Ricordi di un circuito” del trevigliese Paolo Grossi – Chi corre sa che durante una gara i pensieri si rincorrono, e se la gara si allunga i pensieri si espandono sempre di più. Se le gare poi sono sei e tutte lunghe… per la precisione sono stati 190 km di corsa completati da me in poco più di 23 ore, quasi una giornata. A questa giornata “impegnata” se ne aggiungono tante altre di contorno, ricche di emozioni, ricordi, pensieri e osservazioni che ho deciso di raccogliere.

Arratzua (Spagna) – Arratzu Urdaibai – 30 km
Siamo al 27 aprile, è la mia settima gara stagionale tra montagna e strada ma è la prima in assoluto che corro interamente all’estero e già questo la rende molto diversa da tutte le altre. Aggiungiamo poi che non ero mai stato nei Paesi Baschi, che non avevo mai preso un aereo per andare a fare una gara, che i compagni di squadra erano tutti da conoscere! Il giorno precedente un bell’allenamento con Emanuela e Daniele sui primi chilometri di gara, pranzo nel “tempio” Zegama, e poi una visita a San Sebastian sotto una bella pioggia. Cena a Gernika-Lumo in compagnia del team La Sportiva. Il clima oceanico dei Paesi Baschi è a dir poco cangevole e imprevedibile. Riusciamo a partire con il sole, ma dopo qualche chilometro, proprio all’inizio della prima salita comincia una fitta grandinata che mi accompagnerà simpaticamente fino in cima. Tra l’altro la salita è abbastanza tecnica, anche su roccette. Scollinato e finita la grandinata ricompare il sole e scopro che era anche la prima gara che facevo con vista mare… Le gambe non erano al massimo e c’era tempo di osservare il mare ma anche la vegetazione, che oltre alle solite conifere che siamo abituati a vedere, aveva anche tratti più “mediterranei”, come alcuni tratti di bosco di eucalipti. Alla fine, tanto per non farci mancare niente, arrivo sotto una pioggia scrosciante. Per fortuna l’ospitalità locale ci permette una bella doccia calda… e la torta di patate è ottima nel dopo gara!

Forno Canavese (Torino) – Trail del monte Soglio – 44 km
Un mese dopo la Spagna siamo in Piemonte. Il venerdì attraverso la pianura sotto il sole, ma sapendo già che le previsioni per il giorno successivo non sono delle migliori ed è previsto freddo con neve fino a 1000 m, ma quest’anno ci siamo abbastanza abituati. Anche qui invece tante novità per me. Un “pensierino” che mi gira nella mente… mai fatti 63 km! Al massimo ero arrivato a 46, aggiungiamone una quindicina con lo spirito del “chi va piano va sano e va lontano” e ce la potremmo fare! Oltre alla lunghezza della gara, il trail è per me tutto un mondo nuovo, con le sue regole scritte e non scritte, tutto da scoprire. Per uno come me che meno cose ha addosso durante la gara meglio è, correre con uno zaino è già una mezza tragedia. Ma giustamente gli organizzatori lo impongono e i controlli sono rigorosi, sia prima che durante la gara, anche viste le condizioni meteo. Quindi siamo già sotto controllo al ritiro pettorale, pantaloni lunghi, fischietto, telo, riserve ecc. tutto in regola e pronto per il mattino seguente! Ma chi mi conosce sa che a tavola per me non c’è gara che tenga. Quando mai avrò l’opportunità di mangiare il risotto al Carema e toma “d’lait brusc”? Meglio approfittare subito a cena… Anche per la gara vale lo stesso, gel e barrette energetiche proprio non mi vanno giù, così anche la mia riserva nello zaino sono un paio di panini al salame e cioccolato… Sabato mattina, prima cosa che si fa è guardare fuori, come previsto nuvoloni. Dopo la colazione si va verso la partenza e si comincia ad intravedere la sbiancatina verso il monte Soglio… Purtroppo (o per fortuna!) gli organizzatori sono costretti a tagliare un po’ di chilometri (diventano 44) e di dislivello per evitare di andare sopra i 1200 m di altitudine, visto che la quota neve è circa a 1000 (e per fortuna che è il 25 maggio!). Il clima (ideale per me…) e il nuovo chilometraggio mi rincuorano non poco e parto a tutta. Dopo qualche chilometro siamo sotto i fiocchi di neve, che ci accompagnano per un bel po’ per poi diventare pioggia quando si scende. Il percorso modificato del trail non ha tratti tecnici, ma è molto vario e attraversa molti luoghi interessanti, peccato che non si possa godere di nessun panorama per via delle nuvole. C’è anche un breve tratto in comune andata/ritorno in cui c’è il tempo di incitare ed essere incitati, di salutare un amico e un compagno di albergo (“ha fatto effetto la cena di ieri sera!”). In effetti mi sentivo molto bene, all’arrivo sotto il sole ho conquistato un bel 21° posto su quasi 350 partecipanti! Esperienza positiva dunque, sia per il risultato sia per aver conosciuto dall’interno il bel mondo del trail.

Poschiavo (Svizzera) – Valmalenco-Valposchiavo – 26 km
È la mia seconda partecipazione a questa gara, la prima in realtà visto che nel 2012 si è corsa sul tracciato della corta. Visto come è andata a finire comunque la prima sarà l’anno prossimo (speriamo!) al terzo tentativo… Approfittando di un giorno di ferie il venerdì prima della gara vado in perlustrazione al passo Campagneda. L’inverno prolungato ha fatto sì che ci sia ancora molta neve sul tracciato, tuttavia è stata ben pestata dagli addetti dell’organizzazione ed è abbastanza ben percorribile anche se non è proprio il massimo fare 4 km nella neve alta. Giornata di sole venerdì, con una vista bellissima sui Palù, Bernina e soprattutto sull’incombente pizzo Scalino. Sabato sera pre-gara, visto che siamo in Valtellina, cena con pizzoccheri… Storia diversa la domenica seguente, quando per il terzo anno consecutivo gli organizzatori sono stati costretti a modificare il percorso, visto che oltre alla neve presente a terra si sono aggiunte le nuvole basse, il freddo e la pioggia. Si corre quindi sulla gara corta, ma novità rispetto all’anno scorso si faranno due giri, rendendo almeno il chilometraggio più simile alla gara originale (26 km anziché 32). Per il clima mi va ancora bene, l’inverno quest’anno stenta a finire, quindi al termine di una bella gara al traguardo sono 36°. Visto il livello dei partecipanti un ottimo risultato, anche davanti alla prima donna, che nel nostro caso era Silvia Serafini… Sempre molto bella l’atmosfera delle premiazioni di Poschiavo, in un clima di amicizia tra le società organizzatrici e le istituzioni italiane e svizzere.

Tesero (Trento) – Stava skyrace – 23 km
Tra i tanti motivi che ci sono per fare una skyrace, sicuramente uno dei più interessanti è la possibilità di scoprire angoli di montagne che forse altrimenti non avresti mai l’opportunità di vedere. Il monte Cornon e il monte Agnello non sono certo tra le cime più famose delle dolomiti, però la Stava skyrace mi ha permesso di scoprire che anche da queste belle cime si hanno dei panorami stupendi. Non ero mai stato in val di Fiemme quando nel maggio 2012 sono di passaggio per lavoro a Cavalese già con la mezza idea di fare la gara il mese dopo. Così prima di iniziare la giornata, verso le 5, decido di fare un sopralluogo sulla prima salita, fino alla vetta del Cornon. Come previsto è una salita molto dura, una vera vertical. Un tratto nel bosco nella prima metà è anche – se possibile – più che vertical! Le prime luci del giorno in cima regalano panorami rosati a 360° sui vari gruppi dolomitici, fino al Brenta a Ovest, e si riesce anche a vedere il monte Agnello facendosi quindi una buona idea di come sia il percorso di gara.
Il 2013 ha avuto una fredda e prolungata primavera. Siamo al 28 giugno, due giorni prima della gara, e si intravede la rocciosa cima del Cornon (2189 m) imbiancata dalla neve che non si scioglierà neanche nei due giorni successivi, viste le temperature che hanno poco a che fare con questo periodo dell’anno. Al briefing pre-gara è confermato, anche qui percorso modificato con il taglio di alcuni tratti di sentiero più alto, niente monte Agnello. Al pomeriggio è d’obbligo anche una visita approfondita al factory shop de La Sportiva a Ziano di Fiemme… Soggiorniamo in un ottimo agriturismo di Tesero, perfettamente inserito nella bellissima val di Fiemme. Così uniamo alla passione per la montagna anche quella per l’agricoltura, con piacevoli conversazioni con i proprietari e una interessante visita alla stalla di grigio alpine.
Domenica mattina mi bastano pochi metri per capire che non è proprio la migliore giornata per me, le gambe sono un po’ pesanti e la salita al Cornon è oggi molto più dura del previsto. Perdo un po’ di posizioni, ma riesco abbastanza a tenere nei tratti di scorrimento e a guadagnare qualcosa in discesa. Al traguardo poteva andare meglio, ma mi accontento del 54° posto e poi si festeggia il podio del rientrante Ionut Zinca!

Premana (Lecco) – Giir di Mont – 32 km
Pensando al Giir di Mont viene in mente il caldo, e per me sarebbe già un buon motivo per non farlo. Quest’anno si sono aggiunte le due settimane precedenti completamente senza allenamento per un viaggio di lavoro all’altro capo del mondo. Come se non bastasse torno il venerdì con un po’ di raffreddore e mal di gola, ma poteva andare peggio. Tutto prevedibile e previsto, ma come si può mancare al Giir di Mont? Dunque lasciamo da parte qualsiasi velleità e impostiamo come unico obiettivo di giornata quello di arrivare in fondo. Pronti via, un po’ in ritardo per la presentazione dei top runner e giù in discesa tentando di non rimanere imbottigliati. Poi si comincia a salire e mi rendo subito conto che come previsto c’è poco da fare, andrò su in tranquillità “col mio passo” per usare termini ciclistici. La discesa è molto dura e probabilmente oggi è ancora peggio che la salita… Sui Larec ho impiegato come l’anno scorso, quando ero andato in crisi nera. L’ultima salita, si sa, è lunghissima, ma sempre più del previsto. Tuttavia qui ogni passo avanti è un passo in meno verso il traguardo, e in giornate così conta molto. L’arrivo davanti alla chiesa è sempre una grande emozione, ed è il culmine dell’atmosfera che si respira a Premana, sempre impareggiabile. Obiettivo raggiunto quindi (con una buona mezz’oretta in più dell’anno scorso), ma prima di dare appuntamento all’anno prossimo è ora di godersi le premiazioni, con la Valetudo sul gradino più alto in entrambe le gare maschili e con due podi in quelle femminili! Per la prossima edizione l’obiettivo sarà arrivare prima della fine della diretta televisiva, difficile ma ci si può tentare, magari evitando viaggi avventurosi nell’immediato pre-gara…

Vezza d’Oglio (Brescia) – Red Rock skymarathon– 37 km
Potrebbe essere considerata la mia gara di casa, vista la frequentazione più che ventennale della Valcamonica, anche se lo sarebbe di più sull’altro versante della valle. E infatti il sabato si va al lago Aviolo, colorato di un azzurro di rara bellezza e sul quale incombono le cime del monte omonimo e del corno Baitone con i suoi ghiacciai. Da qui si gode la vista di quasi tutta la gara del giorno dopo, dal monte Pagano alla cima di Pietra Rossa (la famosa Red Rock…). Bella giornata di sole, ma come previsto la sera arriva la pioggia, e in quota la neve. Gara abbassata, modificata e accorciata, dagli originari 43 km si scende a 37 molto corribili, con i tratti più in alto evitati. La prima parte della prima salita è quella originale, in larga parte corribile e su asfalto. Non piace a tutti gli skyrunner, ma oggi ha permesso di levare gli occhi senza timore di inciampare per guardare il bellissimo panorama della Valcamonica e del gruppo dell’Adamello imbiancato nell’aria tersa della mattinata dopo la pioggia. Prima della salita alla cima del monte Pagano si devia dal percorso storico e si scende nel fondovalle. Qui si sale lungo la strada agro-silvo-pastorale fino al bivacco Saverio Occhi per poi ridiscendere sulla stessa. A molti corridori non piace il tornare sullo stesso percorso, ma è stato molto simpatico incrociare i primi lanciati in discesa e trasformarsi per qualche attimo in concorrente-tifoso! E poi, in discesa, ricevere l’incitamento e a sua volta anche incitare chi era più indietro. Poi una bella salita inedita, in parte ripida e in parte corribile, ci riporta sull’ultima discesa. Negli ultimi interminabili minuti di gara mi sono tornati alla mente tutti i chilometri fatti in queste gare, le difficoltà e le gioie, e l’arrivo è stato una grande emozione unita ad una grande felicità. Un po’ di insoddisfazione per il risultato, speravo in qualcosa di meglio, ma la premiazione della classifica del circuito è stata una grande emozione che mi ha ripagato di tutto. Il premio speciale poi, come unico che ha portato a termine tutte le gare del circuito La sportiva Gore-Tex 2013 (e 2012) è stata una inaspettata e dolcissima ciliegina sulla torta.

CONSIDERAZIONI TECNICHE
L’inverno prolungato ha creato molti grattacapi agli organizzatori delle prime gare del 2013. Nel caso del circuito non solo alle prime, visto che ben 4 gare su 6 hanno subito modifiche al percorso per la neve. Gli organizzatori si sono sempre dimostrati all’altezza della situazione e hanno così confermato l’alto livello di queste gare. Le decisioni sono sempre state prese per tempo e comunicate in maniera efficace, sia su internet (anche social network) che ai briefing pre-gara.

Qualche considerazione sulle date delle gare del circuito: se per la primavera non ci sono troppi problemi, il calendario estivo è sempre più affollato ed è difficile evitare tutte le sovrapposizioni. Se si vuole creare un circuito di livello sempre più alto andrebbero evidentemente evitate sovrapposizioni con le gare più importanti (SWS), o fare in modo che queste facciano parte del circuito per riuscire ad attrarre qualche top runner in più!

C’è poi il “problema” Valmalenco-Valposchiavo, che da anni non si riesce a svolgere sul tracciato regolare. Se uniamo questo al “problema” caldo del Giir di Mont la soluzione sarebbe semplice (e non sono certo il primo a proporla), lo scambio di date tra le due gare. Un Giir di Mont a inizio giugno sarebbe molto meno sofferto dai corridori che avrebbero meno probabilità di trovare il caldo opprimente di fine luglio, e viste le quote non molto alte raggiunte non ci sarebbero comunque problemi di neve. Al contrario, la Valmalenco-Valposchiavo a fine luglio non avrebbe il problema della neve residua, e il periodo sarebbe ottimo per una gara in quota fino a 2600 m. Certo, un cambio del genere vista la storicità delle manifestazioni non sarebbe semplice, ma perché no?

Dal punto di vista del runner medio fissare come obiettivo stagionale la partecipazione ad un circuito può essere uno stimolo in più per programmare meglio tutta la stagione, rispetto al programmare delle gare singole. Il vedersi in classifica generale, il ritrovarsi con gli altri di gara in gara, la possibilità di dire oggi è andata male, ma posso recuperare sono tutti elementi che danno forti stimoli motivazionali. C’è da dire che però questo non è un circuito per principianti. Viste la tecnicità, la lunghezza e la durezza delle gare che include, è opportuno che chi partecipa abbia già una buona esperienza di corsa in ambiente montano. Tuttavia può essere l’occasione che dà la giusta motivazione (come è stato per me) a migliorarsi e ad affrontare gare che solo pochi anni fa non avrei mai pensato di riuscire a terminare.
Un punto a favore del circuito potrebbe essere un sito internet dedicato, con classifiche sempre aggiornate dopo ogni gara, news sulle gare e sugli atleti, in modo tale da riuscire meglio a “creare l’evento”, dando più continuità al susseguirsi delle gare e permettendo di seguire tutto in maniera più semplice e nel dettaglio. D’altronde si sa che oggi internet è un mezzo fondamentale di diffusione e di condivisione delle notizie.

VARIE
Nonostante io gareggi da qualche anno, solo dal 2013 mi sono accasato in Valetudo, dove ho trovato non solo una grande squadra, ma anche un bel gruppo di ottime persone. Tutti da ringraziare per il sostegno, i consigli, l’amicizia. Accennavo prima come partecipare a un circuito permetta anche di ritrovarsi di gara in gara e anche di conoscere tante persone e farsi nuovi amici. Una delle tante cose che mi piace del mondo skyrunning è il clima di amicizia che si respira e il fatto che si parli da amici col top runner come col fanalino di coda, anche grazie al fatto che non siamo tantissimi. Aspetto questo che già nella corsa su strada è molto diverso.

Tra i ringraziamenti probabilmente il più importante va al mio sponsor principale papà&mamma che mi sostengono in tutte queste piacevoli ma spesso costose trasferte!
Come epilogo di questo racconto mi verrebbe da dire “se ce l’ho fatta io…”, che può essere una osservazione vera almeno in parte. Servono certamente impegno, costanza e sacrificio, ma anche fortuna (per non incappare in infortuni!). Una cosa fondamentale è saper riconoscere sempre i propri limiti e non andare mai troppo oltre. È importante andare avanti passo passo, ma è fondamentale che il passo non sia più lungo della gamba. Kilian dice in termini alpinistici che vince chi arriva giù, qui l’importante è arrivare in fondo, prenderla con il sorriso sulle labbra e divertirsi.
Potrebbe essere poco divertente quando – tutte le mattine – alle 5.30 suona la sveglia e il primo pensiero è sempre quello: “ma chi me lo fa fare?”. La risposta penso si possa trovare tra le righe sopra.

Paolo Grossi