Il bilancio degli azzurri al mondiale Ultratrail nel commento di Marco Zanchi

Argento per la squadra femminile e bronzo per Maria Chiara Parigi, questo il bottino della spedizione azzurra ai mondiali di Ultratrail in Galles in un percorso troppo veloce per le caratteristiche dei nostri portacolori tra i quali c’erano i deu atleti della IZ Skyracing Marco Zanchi e Cinzia Bertasa. La competizione mondiale, partita alle ore 9.00, si è svolta su un percorso di circa 15 km da ripetere 5 volte, per un totale di 77 km.

Tra gli uomini il primo arrivato è stato il britannico Ricky Lightfoot autore di una grande prestazione con 5h36:03 (kmh 13,748). Al secondo posto, con una grande gara in rimonta di posizioni, si è piazzato il tedesco Neuschwander in 5h45:16 e al terzo l’altro britannico Julien Rancon 5h54:22.
Il primo degli italiani è stato Matteo Pigoni, undicesimo con il crono di 6h15:31, appena una posizione d’anticipo nei confronti dell’altro azzurro Paolo Massarenti (6h16:18). Seguono al ventesimo posto Daniele Fornoni (6h29:31), al 29° Massimo Tagliaferri (6h45:45), al 32° Marco Zanchi (7h00:54) e al 43° Andrea Moretton (7h21:02). Hanno dovuto invece ritirarsi per noie fisiche il trentino Silvano Fedel (migliore di nostri due anni fa a Connemara) e il romagnolo Matteo Lucchese.
Tra le donne come anticipato la prima italiana è stata la toscana Maria Chiara Parigi, terza con il crono di 7h00:30, dietro alle due francesi Nathalie Mauclair (6h38:46) e Aurelia Truel (6h55:54). Al quinto posto si è classificata con una bella gara in progressione l’altra azzurra, la parmernse Katia Fori in 7h11:21. Terza delle azzurre, a metà gara in lotta per una medaglia, la padovana Lisa Borzani ottava in 7h16:27. E’ diciannovesima invece Cinzia Bertasa (7h33:28), ventisettesima Francesca Canepa (7h50:20). Sfortunata, al ritiro al suo debutto in azzurro, Lara Mustat, che si rifarà presto, viste le potenzialità espresse. Una prestazione complessiva che ha portato le azzurre ad indossare la medaglia d’argento a squadre.

Abbiamo ‘ rubato’ da Facebook le impressioni del nostro Marco Zanchi:

«…ce l’abbiamo ??

…devo iniziare queste poche righe a consuntivo della magnifica esperienza in Galles per i Mondiali di UltraTrail con delle scuse. Massimo, lascia che ti chieda scusa perché involontariamente ti ho mentito …
Durante tutta la trasferta ma, soprattutto dopo, ho continuato a pensare a qualcosa e o a qualcuno che potesse “rappresentare” in modo significativo e o racchiudere tutte le emozioni e sensazioni ricevute e vissute a Llandudno e a Comwyr… Ho pensato alla mia emozione viva quando all’aeroporto di Orio al Serio mi sono trovato di fronte al mio “album delle figurine” vivente. Si, perché nei momenti che hanno preceduto il decollo ho potuto fare la conoscenza di moltissime persone che ammiravo (ed ammiro) ma che avevo solo “conosciuto” virtualmente. Ho pensato a Matteo Lucchese… che dalla seconda parola dopo il “ciao”… ha continuato a dirmi ed a raccontarmi della disperazione nel non poter essere nel suo pieno potenziale per la gara del 6 Luglio a Conwyr… Ogni espressione ed ogni parola non facevano altro che rimarcare la sua, giustificata, delusione. Ho pensato ad Enrico ed a tutto lo staff della Nazionale presente (Aurelio, Roberto, Gregorio e Stefano)… Per buona parte posso dire che li conoscevo già “bene”, grazie a fitti e ripetuti scambi di mail e messaggi. Persone di enorme spessore, che godono della mia stima incondizionata. Ho pensato a tutti noi, noi accompagnatori che, in un modo o nell’altro, abbiamo profuso il massimo impegno cercando di aiutare, per quanto possibile, i ragazzi che hanno gareggiato e tutto lo staff.

Ho pensato ai massaggiatori (Stefano e Andrea), che con modi e capacità indiscutibili hanno fatto l’impossibile per mettere in condizione di correre chiunque …anche a gara in corso… anche chi pareva in condizioni “disperate”. Ho pensato alla location… che almeno per buona parte ha rispettato le idee e le aspettative che ci eravamo fatti immaginando la bellezza ed il fascino del luogo. Ho pensato anche alle birrerie… che, in realtà, sono state un po’ una delusione. Ho pensato ai gabbiani imperiali… che ci hanno accompagnato giorno e notte, giorno e notte, giorno e notte con i loro schiamazzi ed il loro vociare (la tentazione di spennarne un paio fu molto forte!). Ho pensato a tutte le fantastiche ragazze che ci hanno regalato una gioia che definire incontenibile ed immensa è ancora poco. Ho pensato a MariaChiara, mia graditissima compagna di tavola, che, partita “convinta”, mi ha impressionato in gara per forza, costanza e lucidità… e che, dal momento in cui iniziò ad “annusare” il traguardo storico, continuò a rassicurami dicendo “ Ottavio, sto dando il massimo, Ottavio, sto dando tutto quello che ho!” (ancora mi vengono i brividi). Ho pensato a Cinzia, fantastico Capitano della squadra femminile che con inconfutabile orgoglio azzurro ha dato tutto, veramente tutto… per se stessa e per gli altri. Ho pensato a Lisa… alla grandissima, “minuta”, indomita ed invincibile Lisa… che, avendo speso tutto e di più durante la gara, al traguardo ha dovuto essere sorretta anche solo per camminare.

Ho pensato a Lara… a come ha amaramente vissuto il suo ritiro… e a come, traspariva con evidenza, soffrisse enormemente per l’occasione “fallita” (…fallisce chi non tenta e non prova, tu sei e sei stata grandissima!). Ho pensato a Katia… e a come abbia corso incredibilmente forte anche gli ultimi due giri, in spinta e in progressione… sempre con un immancabile sorriso (meno male che ti abbiamo detto che stavi per imboccare l’ultimo giro… altrimenti saresti stata ancora là a divertirti). Ho pensato a Francesca (atleta che stimo infinitamente), alla sua enorme forza di volontà e coerenza … che non ha mai mollato, mai, nonostante tutto e tutte le difficoltà. Ho pensato a Silvano… ed alla sua GIGANTESCA dignità di uomo e di atleta… quando con gli occhi bassi mi disse :”…mi vergogno di essermi ritirato” (…sii fiero, sii fiero per come sei, per come hai corso e per come hai vissuto il tuo “carico” da Capitano… perché, grande Uomo, noi siamo fieri di te!!). Ho pensato a Matteo (Pigoni), il “mio pupillo”, personalissimo favorito e papabilissimo medagliato… che si è riscoperto non invulnerabile… ma che ha reagito al momento no con una forza ed una “prepotenza” degna del suo grande carattere ed enorme talento (il futuro è tutto tuo!!).

Ho pensato a Daniele… alla sua grande pacata compostezza, alla sua costanza ed al suo modo di essere tanto discreto caratterialmente quanto forte, fortissimo, e determinato in gara anche nei momenti difficili. Ho pensato ad Andrea… al grande, grandissimo Andrea… che, nonostante la sua enorme difficoltà, spronava in continuazione me chiedendomi, incitando Paolo (mio fratello) e tutti i compagni di squadra ( TU SEI UN GRANDE UOMO !!). Ho pensato a Marco… la nostra Jeep “sbattuta” in autostrada… che, verificata la propria impossibilità alla “grande impresa”, ha deciso di cucirsi sulle spalle le ali dell’angelo custode di MariaChiara in quell’ultimo interminabile giro per “proteggerla” dalla concorrente inglese alle sue spalle. Ho pensato a Paolo, il mio eroe, sangue del mio sangue e mio sconfinato orgoglio, alla sua determinazione, alla sua forza ed alla passione riversata in questo grande sogno (…lo hai visto e lo hai toccato… il cielo Azzurro era anche tuo!!)! … poi, sempre con maggiore insistenza ho pensato a Massimo… che, a partire dal giorno della sua convocazione fino ad arrivare al momento della gara (inclusa), ha vissuto, respirato, corso, mangiato, pensato, pregato, ansimato e spremuto, da se stesso, tutto ciò che umanamente e non si poteva spremere… solo ed esclusivamente in funzione del sogno che si era “prefissato”.

Ora, Massimo, amico mio, vorrei tanto, dal più profondo del cuore, poter tornare indietro nel tempo, fino al momento in cui sei giunto al traguardo ed in cui mi hai chiesto :” …ce l’abbiamo ?”. Quel giorno, lo scorso 6 Luglio, erroneamente ti risposi a malincuore, che no, non ce l’avevamo quella medaglia che tu avevi pensato, sperato e sognato di appuntarti all’altezza del tuo grande cuore… Ti risposi no, capendo subito cosa intendessi, sapendo che comunque ti avrei ferito come si può ferire qualcuno a cui viene strappata una parte della propria anima … Ti risposi no… ma ora non lo farei più… perché, ora lo so, noi ce l’abbiamo !!! Non avremo fisicamente quella medaglia da tenere stretta tra le mani per tutto il resto della vita… ma abbiamo vinto qualcosa che nessuno potrà toglierci dai ricordi e dal cuore.

Abbiamo (mi ci metto anche io) vinto con la nostra amicizia (tutti quanti gli appartenenti alla spedizione), abbiamo vinto con la vostra forza e determinazione, abbiamo vinto perché, tutti tutti, avete corso, lottato, amato, condiviso e sudato con una grande, incredibile ed ineguagliabile PASSIONE!!! Voi, per me, siete vincitori anche se la medaglia non sarà tangibile come quelle delle nostre incredibili e fantastiche donne… e tu, amico mio, sei, non meno dei tuoi immensi compagni, un vero Capitano per spirito e cuore!!!
Io sono fiero di tutti Voi… e non vedo l’ora di poter raccontare un giorno alla mia piccola Gaia, quanto è stato fortunato il suo papà a poter condividere con tutti Voi questo grande sogno chiamato Mondiale.»