Ahmed Ouhda, quando l’atletica non paga più

Vincere titoli italiani, essere uno dei talenti emergenti dell’atletica nazionale, aaver conquistato maglie azzurre, tutto questo oggi non paga più, o almeno non abbastanza per vivere di atletica. Se una volta infatti per molti giovani era quasi automatico arrivare in qualche squadra nazionale, oggi molti giovani devono vivere sospesi tra il professionismo e una vita da precari. E questo lo sa bene Ahmed Ouhda, fresco vincitore della Mezza maratona di Bergamo, domenica 2 febbraio con tanto di record personale sulla distanza. Ahmed è una delle giovani speranze della nazionale italiana, uno dei talenti del mezzofondo e chissà, anche del fondo azzurro, con un occhio già fissato alle olimpiadi “Sarebbe un sogno” dice mentre andiamo assieme verso la Malpensata, dopo la gara. “Mi piacerebbe andare alle olimpiadi, se non sarà a Tokio potrebbe essere a PArigi, a breve penso di fare il mio esordio nella maratona”.
Ma intanto quella vittoria a Bergamo è frutto di passione e dedizione per questo sport. “Oggi non posso contare solo sull’atletica per vivere – spiega sempre Ahmed – io ieri sera ho lavorato fino all’una, lavoro in un ristorante di una nota catena ad Orio al Serio, ho un lavoro che mi permette di guadagnare qualcosa, oltre ale vittorie che ottengo e a quello che riesce a darmi l’Atletica Casone Noceto. Solo alla griglia e sabato sera ho finito tardi per poi essere presente alla domanica a Bergamo. La Speranza ovviamente è quella di approdare ad un gruppo militare ma ormai è sempre più difficile. Intanto penso ai campionati italiani di mezza maratona di Verona, passo dopo passo spero di crescere ancora”. Arriviamo alla stazione, ci salutiamo, Ahmed torna a casa pr prepararsi a tornare a lavorare, e a casa il vincitore della mezza maratona ci torna aspettando il tram che lo conduce ad Albino
Matteo Alborghetti