Andrea Regazzoni e la sua seconda stagione alla X-Bionic con Migidio Bourifa

Dice di correre per passatempo, adesso. Ma ogni volta che si presenta al via di una corsa, rientra nel club dei pretendenti al podio. Andrea Regazzoni, a trentacinque anni affronta la sua seconda stagione all’X-Bionic Running Team di Migidio Bourifa. Abbiamo intervistato l’atleta della Valle Brembana.

Come è andato il 2013 a livello sportivo?
«Altalenante: la prima parte della stagione sono riuscito a gareggiare con continuità e a ottenere qualche buon risultato, mentre nella seconda parte ho avuto una serie di problemi che mi hanno impedito di partecipare alle gare programmate».

Più nel dettaglio, a cosa puntavi e quali sono le gare più importanti disputate?
«Puntavo in particolare al Campionato Italiano Lunghe Distanze di corsa in montagna di maggio; pur con una preparazione condizionata da un infortunio a un ginocchio sono riuscito a ottenere una prestazione discreta».

Ci puoi spiegare il motivo del cambio di maglia, l’approdo alla X-Bionic?
«Quando si è vecchietti, ritengo giusto lasciare spazio ai giovani. Le società di appartenenza devono dare a loro la possibilità di fare atletica in modo professionale. L’approdo alla X-Bionic è dipeso dal fatto che il mio allenatore, Migidio Bourifa, mi ha prospettato il suo nuovo “progetto atletico”. Mi ha subito entusiasmato e di qui il tesseramento per la nuova società».

Nuovo anno e tu resti alla X-Bionic?
«Si, mi trovo molto bene. E non è escluso che prossimamente ci siano due grandi campioni dell’atletica italiana che si trasferiscano da noi».

Che aspettative hai?
«Diciamo che adesso corro esclusivamente per passatempo. Poi, se durante l’anno capita un appuntamento che mi affascina, cerco di finalizzarlo impegnandomi un po’ di più».

Hai già nel mirino qualche appuntamento in particolare?
«Mi piacerebbe portare a termine una maratona e magari riuscire a correre ancora una volta sotto i 15 minuti nei 5000 metri».

Come ti alleni in questo periodo?
«Io e Migidio ci troviamo una volta alla settimana per svolgere una seduta specifica di allenamento – in genere ripetute corte o fartlek – che, vista la nostra attuale scarsa condizione, si tramuta quasi sempre in una gara massacrante. Il resto della settimana faccio qualche corsetta quando capita».

Ci fai il punto della situazione sull’ambiente della corsa in montagna? Quali sono le nuove leve più promettenti secondo te?
«Secondo me, attualmente, il movimento della corsa in montagna sta vivendo un buon periodo sia a livello femminile, con un trio di atlete in grado di imporsi a livello internazionale, che maschile, dove gli atleti in grado di primeggiare sono almeno cinque o sei. Credo che il nostro conterraneo Nadir Cavagna stia facendo molto bene, sia nella corsa in montagna che nelle discipline tradizionali dell’atletica. Se continuerà così, tra qualche anno sarà in grado di imporsi anche a livello assoluto».

Enula Bassanelli